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La Dieta Mediterranea è entrata nel patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. L’ok è arrivato pochi minuti fa da parte del comitato intergovernativo dell’Unesco riunito a Nairobi. Lo ha confermato all’ANSA da Nairobi, Pier Luigi Petrillo, responsabile della delegazione del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali che ha aggiunto che la «Dieta Mediterranea è stata approvata all’unanimità».

Contestualmente, analogo voto è stato espresso per la Gastronomia Francese, candidatura avanzata ovviamente da parigi. Insomma i due grandi modelli europei diventano espressione di qualcosa che appertiene a tutto il mondo.
Si tratta comunque di una risultato atteso con gli altri Paesi del mediterraneo proponenti, e cioè Grecia, Spagna e Marocco. In corsa per entrare nella lista c’è anche la gastronomia francese: le due candidature non sono alternative e potrebbe essere la giornata della consacrazione del buon vivere a tavola.
Oggi la dieta mediterranea è diventata un po’ come quelle regole che tutti dicono di osservare e rispettare ma che nessuno segue veramente. Non potrebbe essere altrimenti, visto che si tratta di un regime alimentare povero dei contadini dell’entroterra meridionale e della Grecia: olio come grasso, ortaggi e frutta, legumi al posto delle proteine animali, con rari inserimenti nei giorni di festa di carne. In più pochissimi zuccheri.
Secondo recenti studi pubblicati sul British Medical Journal analizzati dal team di Francesco Sofi, nutrizionista dell’Università di Firenze, la dieta mediterranea riduce del 13% l’incidenza del Parkinson e dell’Alzheimer, del 9% quella per problemi cardiovascolari e del 6% quella del cancro.
«Il merito di questo riconoscimento – afferma il Presidente del Parco nazionale del Cilento Amilcare Troiano – è frutto di un lavoro che parte da lontano. Infatti il 13 marzo 2010 firmammo, insieme al compianto sindaco del Comune di Pollica, Angelo Vassallo, e al Capo di gabinetto del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Ambrosio, in Marocco la «Dichiarazione di Chefchaouen» a sostegno della candidatura della dieta mediterranea da parte delle quattro comunità emblematiche Cilento (Italia), Koron (Grecia), Sorìa (Spagna) e Chefchaouen (Marocco)».
La dieta mediterranea sarà il terzo elemento immateriale italiano a entrare nella lista, dopo l’opera dei pupi siciliani e il canto a tenore sardo. Fra gli altri elementi immateriali protetti come patrimonio unico al mondo, 166 in tutto fino ad oggi, la calligrafia cinese e il tango argentino.

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