Coppola ha chiarito: «Si è fatto il punto della situazione della ricerca in Puglia in quanto un discorso del genere non si faceva dal 1984 ed era stato riservato solo alla Puglia centrale. Dal foggiano all’estremo Salento, noi abbiamo una quantità enorme di dati riferibili a tutte le epoche a partire dalle più antiche testimonianze italiane paleolitiche come a Pirro Nord per finire alle splendide sepolture rinvenute nell’estremo Salento di età neolitica ma anche nel foggiano e nel tarantino».
Il Prof . Alberto Cazzella, ordinario di Paletnologia Università «La Sapienza» di Roma al termine ha sottolineato come sia «stata l’occasione per mettere a punto tutta l’insieme dei dati che abbiamo al momento, a disposizione, sulla preistoria e protostoria della Puglia che merita una attenzione a livello nazionale ed internazionale perché è una delle regioni italiane più ricca per i periodi di cui ci occupiamo e quindi questo è il primo risultato. Poi ci sono i siti di particolare interesse che stanno dando risultati notevoli e tra questi va ricordato Roca (Melendugno) e Coppa Levigata (Manfredonia) che, soprattutto per l’età del bronzo e del ferro, scavi di grande respiro che hanno dato la possibilità di ricostruire sia gli aspetti degli insediamenti che delle fortificazioni, le attività economiche e l’organizzazione complessiva; un insieme di formazioni da collegare tra loro».
Organizzato dall’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria Preistoria e Protostoria della Puglia (in memoria di Santo Tinè), il convegno scientifico si è articolato in 5 sessioni con una relazione generale, comunicazioni e poster per ciascuna sessione: «Paleolitico e Mesolitico»; «Neolitico»; «Eneolitico»; «Età del Bronzo (fino al Bronzo Recente)» e, infine, «Età del Bronzo Finale/Prima età del Ferro» . Sia presso le Monacelle, adiacente il museo civico, nel centro storico, sia presso il teatro «Roma», in contemporanea, si sono svolte le varie sessioni dei lavori mentre il Prof. Cazzella, concludendo ha detto: «Ostuni è stata un’occasione scientifica importante per incontrarci e scambiarci opinioni, conoscere quello che gli altri stanno facendo per scaturire un andare avanti».
I 5 giorni di lavori si sono conclusi con la visita al parco archeologico di S. Maria d’Agnano, dove tutti gli studiosi e archeologi sono rimasti colpiti dal rinvenimento della sepoltura «Ostuni 1», una giovane donna del Paleolitico di 28mila anni fa, di circa 20 anni morta di parto e rinvenuta del prof. Coppola nell’ottobre del 1991 con i resti del feto ad uno stadio di sviluppo avanzato e con tutto il corredo funebre comprende oltre a bracciali di conchiglie forate ai polsi (quello destro composto da sei Cyclope neritea, sei Hinia mutabilis, una Cyprea lurida, una Trivia ed un canino di cervo forato), un copricapo costituito da circa seicento conchigliette di Cyclope neritea impastate di ocra rossa, strumenti litici e resti di fauna.
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